Targa d'oro, parola ai protagonisti: Bruno Perras
30/03/2021

Entretien en français

Il primo francese degli anni 2000

Bruno Perras è stato il primo straniero a vincere la Targa d’oro nel 21° secolo

È il primo giocatore francese del XXI° secolo ad aver vinto ad Alassio. Il secondo con compagni italiani, dopo Bernard Cheviet. Ed è quindi il sesto giocatore francese ad aver conquistato la Targa d’Oro. Dopo aver dato vita a entusiasmanti sfide contro giocatori italiani, Bruno Perras ha giocato per qualche anno al loro fianco. Ci affida i suoi ricordi di quel periodo, segnato da una vittoria nel 2006 alla Targa d’Oro di Alassio. Un trionfo che è un vanto per questa altra leggenda dello Sport Bocce francese.

Le bocce e l’Italia, come è cominciata la storia?
“L’avventura in Italia è cominciata per me tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, al club di Cirié, alla periferia di Torino. Con i signori Caudera e Ferrero, i due sponsor del club. Sono andato con altri due francesi, Joseph Sbalchiero e Patrick Alcaraz. Avevamo una squadra da sogno, con grandissimi giocatori italiani: Mario Suini, Lino Bruzzone, Luca Scassa, Fabrizio Deregibus. Il primo anno vincemmo tutto: Campionato Italiano di club, Coppa Italia e Coppa Europa. Un anno formidabile per la nostra prima stagione in Italia, l’integrazione fu perfetta. L’Italia ha una cultura boccistica speciale: mi ricordo di bocciodromi pieni la sera dopo cena o ancora di code nei giorni di campionato. File di auto da uno a due chilometri: era la gente che si dirigeva al bocciodromo. Ci é capitato di essere presi nel traffico e di non poter arrivare ai terreni di gioco con il dovuto anticipo. Il pubblico era incredibile, calorosissimo. Bisognava riuscire a trovare un posto sulle tribune. E sul terreno di gioco, occorreva saper gestire tutto questo per entrare rapidamente nella partita. Un weekend, stavamo giocando una gara con Joseph Sbalchiero, Mario Suini e Luca Scassa. Giocavamo la partita della sera, erano i quarti di finale. Mancavano cinque minuti alla fine della partita. L’arbitro entra sul terreno di gioco e da un calcio al pallino. Segnalava l’interruzione della gara perché il Papa era deceduto. Tutto si era fermato, bocce, calcio e le altre discipline. Avevamo dovuto ritornare in settimana per terminare la gara! L’Italia é anche questo”.

Bruno Perras con la maglia della nazionale transalpina

La mitica Bocciofila Alassina in occasione di una finale della Targa d’oro

La Targa d’Oro di Alassio, come l’hai conosciuta?  
“L’ho scoperta giocando in Italia. Non conoscevo questa gara. Vi ho preso parte tre volte. E’ una competizione impressionante perché si gioca in diversi siti, per ritrovarsi al medesimo posto il giorno successivo in caso di vittoria. A quell’epoca, la fase finale non si giocava nel palazzetto dello sport, ma alla Bocciofila Alassina. Un ambiente molto caloroso: c’erano i terreni di gioco all’aperto e tutti gli spettatori erano seduti a diversi livelli. I posti erano ambiti, le persone si mettevano talvolta sugli alberi per assistere a una bella partita”.

La tua prima partecipazione? Che ricordi conservi?
“Ne conservo un buon ricordo, malgrado una sconfitta subita la domenica mattina. La consapevolezza che si trattava di una competizione molto difficile da giocare. Non c’era una partita facile. Bisognava giocare bene sempre”.

Hai vinto nel 2006?
“Sì, avevamo giocato in cinque con Joseph Sbalchiero, Mario Suini, Lino Bruzzone e Carlo Ballabene. A quell’epoca, in una squadra di cinque giocatori, chi usciva non aveva più il diritto di rientrare in squadra per tutto il resto della gara. Joseph aveva giocato ed era uscito: non ha più potuto giocare. Noi avevamo cominciato la gara in un comune limitrofo, prima di andare ad Alassio. La finale era stata giocata dopo cena ed era finita molto tardi. Doveva essere mezzanotte o l’una. Ebbi giusto il tempo di rientrare a casa a Villefranche sur Saône, di farmi una doccia e di andare a lavorare”.

Cosa significa oggi aver vinto ad Alassio?
“Per me, è una delle gare più importanti in Italia. Un po’ come il Torneo di Pentecoste in Francia, una gara di prestigio. Vincere ad Alassio è molto duro perché bisogna restare concentrati per tutte le partite. Fisicamente è molto impegnativo, la sera si sente la fatica. Vincere ad Alassio giocando in quattro è ancora un’altra cosa: se uno non è al meglio, gli altri tre devono superarsi per poter continuare a risalire il tabellone…”.

La Ferrero vincitrice della Coppa Europa 2006 (photo bocceninvolo.it)

Perras con Ballabene, Suini e Sbalchiero

Tu sei in effetti il primo giocatore francese del XXI° secolo ad aver vinto la Targa d’Oro!
“È vero! Sono veramente fiero di aver vinto questa gara. Se non consideriamo i Nizzardi, vincitori della prima edizione del 1954, essere il secondo francese dopo Bernard Cheviet nel 1973, è un bel traguardo”

La tua squadra dell’epoca?
“Facevo il bocciatore di testa quando i giochi erano lisci. Quando c’era un po’ di sabbia, Carlo Ballabene faceva il primo bocciatore ed io il secondo. Era una scelta di Mario Suini, che preferiva vedermi puntare quando i giochi erano sabbiosi, perché noi ne avevamo spesso in Francia. Era la nostra tattica. Mario Suini puntava di testa e Lino Bruzzone faceva il secondo puntatore. Io giocavo con dei mostri delle bocce, si imparava molto giocando con loro. Erano anche persone formidabili. Prima di andare a giocare in Italia, con Carlo Ballabene ci affrontavamo sovente, negli incontri Francia-Italia o nei campionati internazionali. Era strano ritrovarsi compagni di squadra, dopo aver rivaleggiato duramente. Era un’altra sfida. Mario Suini, fedele a se stesso, non facile come compagno. Con me è sempre andata bene. Parla francese molto bene, come Lino Bruzzone d’altronde. Sono dei Signori, dei professionisti delle bocce nel loro approccio. Quanto a Joseph Sbalchiero, è una persona straordinaria che ha fatto molto perché si realizzasse quell’avventura. È una persona che ama le bocce e che ama l’Italia”.

Hai dei ricordi significativi delle tue partecipazioni alla Targa d’Oro?
“Sono tornato ad Alassio per la Targa d’Oro del 2019. Gli organizzatori avevano organizzato un incontro Italia-Francia di vecchie glorie. Mi è piaciuto moltissimo. Ciò ha permesso a certi giocatori di ritrovarsi e a certi come Raymond Jacquemin o Alain Righetti di giocare ancora una volta a livello internazionale. Per me è stata un’esperienza straordinaria. Giocare di nuovo ad Alassio, nel Palaravizza, davanti al pubblico è stato bello. Quando il pubblico ti acclama, ci si rende conto che le persone non ti hanno dimenticato. Questo fa piacere, è un’emozione particolare”.

Una parola conclusiva per gli organizzatori e per l’Italia?
“Ho visto che l’edizione di aprile 2020 è stata annullata. Gli organizzatori sperano di far disputare l’edizione 2021 ad ottobre. Quella di Alassio è una gara straordinaria. La città di Alassio ha un’ubicazione ottimale ed ha un bel lungomare. Il Palaravizza è uno strumento formidabile per attirare gli spettatori. Bisogna abituarsi ai terreni sintetici che sono inusuali. Sia sui terreni di gioco che al di fuori ci sono molte cose da fare in una cornice sontuosa. È una trasferta da fare e si può portare anche la famiglia. La Targa d’Oro è cresciuta in prestigio. Ho l’impressione che ci siano più quadrette in lizza rispetto a una volta. In ogni caso, in Francia, questa gara ormai è molto conosciuta. Molti francesi vi partecipano regolarmente. La gara non conosce frontiere ormai. Auguro agli organizzatori e agli italiani di fare come tutti noi: rialzarsi dopo questo periodo difficile. Ciò dipenderà dall’atteggiamento di ciascuno di noi: è necessario che le persone siano solidali e che il senso civico non manchi. Altrimenti, non saremo ancora pronti a giocare di nuovo a bocce”.

Christophe Campiglia

Bruno Perras in occasione della Targa Revival 2019

(l’articolo è stato pubblicato anche sul sito della  Federazione Francese Sport Bocce)

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