Targa d'oro, parola ai protagonisti: Nicola Sturla
02/06/2020

Quattro successi e una partita di cinque ore…

Sono ancora tanti i ricordi (per la maggior parte belli) che il ligure di Lavagna Nicola Sturla, quasi 78enne e 10 titoli mondiali all’attivo, conserva della gara di Alassio. Il periodo d’oro tra il 1973 e il 1978: un tris con i colori torinesi della Pianelli Traversa.

E’ stato paragonato al grande Umberto Granaglia, e il suo strepitoso curriculum non ha nulla da invidiare al torinese. Anche perchè la carriera del mitico Nicola Sturla, 78 anni a fine luglio, lavagnese dalla classe cristallina, ha attraversato due epoche boccistiche segnate da molti cambiamenti. Nella sua bacheca ci sono quattro Targhe d’Oro e una trentina di partecipazioni. Dieci medaglie d’oro mondiali al suo attivo, a conferma che è più facile vincere un titolo iridato che terminare la gara di Alassio imbattuti.

ANDREA DORIA – “Alla Targa d’oro – esordisce Sturla – ho partecipato per la prima volta nel 1967. Lo rammento bene perché in quella stagione mi promossero A e  l’anno successivo vinsi il mio primo Mondiale, a Torino. Ero ancora categoria B, e non avendo la Chiavarese l’opportunità di fare una quadretta, accettai l’invito dell’Andrea Doria. Dei miei soci ricordo soltanto Canepa, soprannominato Billo. Non facemmo molta strada. L’edizione successiva giocai per la Chiavarese insieme a tre grandi: Cuneo, Rivano e Cavalli, ma ci fermarono prima del podio. Appresso venni ingaggiato dalla Doria. In quei quattro anni, l’unica volta che riuscii ad entrare nelle quattro, fu la seconda, mi sembra il ’70. Di sicuro nella quadretta c’era Pisano. Non ricordo gli altri due. Perdemmo di brutto dalla formazione di Suini e Benevene. Con l’Andrea Doria ci riprovammo le due edizioni successive. Stavolta oltre a Pisano sono certo ci fossero Anulare e Dentone, ma finimmo, se non erro, nelle otto”.

Fu il trasferimento nella mitica Pianelli Traversa a consentire a Nicola di esprimersi ai massimi livelli e di vivere le migliori stagioni alassine, culminate nella conquista di tre Targhe.

Nicola Sturla con la maglia della Chiavarese

La quadretta vincitrice dell’edizione 1974: Paletto, Suini, Sturla, Andreoli

LA PRIMA – “Indossai quella maglia – sottolinea Sturla –  dal 1973 al 1978. E proprio il primo anno ebbi modo di giocare ad Alassio con Granaglia. Ci fermò la quadretta della Rivodorese, che aveva ingaggiato il mondiale Cheviet, sulla soglia della semifinale. La conquista della mia prima Targa avvenne in occasione dell’edizione successiva. I miei soci erano Andreoli, Paletto e Suini. Ce la fecero sudare parecchio. Sia in semifinale, contro la Lancia di Aghem, sia nella sfida conclusiva contro quattro fuoriclasse come i genovesi Gaggero, Ghio e Longo, insieme al più giovane Notti. So soltanto che andammo ai 15 e, nonostante loro non avessero fatto molti punti, ci costrinsero ad esprimerci al massimo. Il bis si concretò due stagioni dopo. C’era Clerico al posto di Paletto. Pure stavolta si rivelò decisivo il successo in semifinale ai danni della favorita Lancia di Lino Bruzzone. In finale ci toccò una formazione, mi sembra di Asti, assai determinata. Non vorrei sbagliarmi, ma di là c’erano Bonadio e Fenocchio.

Ci vollero diversi annulli sul pallino, sia miei che di Andreoli, per salvare alcune giocate pericolose. L’anno dopo, rientrò Paletto. Per la terza volta trovammo sulla nostra strada ancora la Lancia, ma anziché in semifinale, nell’ultimo confronto. Ricordo bene che la finale venne rinviata a un mese dopo, alla vigilia di Pasqua. Fu una delle partite più combattute. Nonostante lo spostamento c’era parecchia gente ad assistere. Tutti e otto abbiamo giocato ad alto livello. Di là, Bruzzone, Granaglia. Macocco e Tamagno, ci hanno dato del filo da torcere. L’unica cosa che non ricordo è il punteggio finale: 15 a …“.

Dopo la tripletta vincente, le presenze ad Alassio di Sturla, sono avvenute per alcune stagioni con le maglie della Lancia e della genovese Abg. Ma per rivedere Nicola sfiorare il successo alassino occorre attendere il periodo sotto le insegne della Cristoforo Colombo.

CINQUE ORE – “Per due anni di seguito – aggiunge “Nico” – mi sono dovuto arrendere in semifinale. Il primo, se non vado errato il 1984, perdemmo dalla quadretta che poi vinse la Targa, ma di quella edizione resta indelebile la partita di cinque ore contro la Ciriacese di Selva. Sul punteggio di 12 a pochi, forse 2 o 3, probabilmente ci ha tradito la convinzione di avere già vinto, e loro, a forza di pallini e qualche punticino, sono arrivati sul 12 pari, per poi perdere nella giocata successiva. La stagione dopo, sempre con Notti e Bozzano, ma con Bruzzone al posto di Andreoli, siamo stati puniti proprio da Beppe che era passato al Nizza. Letteralmente scatenato, ha trascinato i suoi alla disputa della finale. Dopo l’ultimo tentativo con la maglia della Colombo, finito mi sembra nei quarti di finale, c’è stata la parentesi con la Bolzanetese. Siamo andati ad Alassio con una quadretta tutta ligure, con Bruzzone, Bruni e Giribone. E qui i ricordi non sono tanto legati alla mia quarta Targa, ma a come ci siamo arrivati. Intanto partendo dal cappotto rifilato alla quadretta di Suini e Caudera in quattro giocate, per proseguire con la partita dei quarti contro la formazione di Baldo. Sul 9 pari a fine tempo regolamentare, con una bocciata ho lasciato due punti in terra per noi e loro , dopo aver colpito, con l’ultima boccia non sono riusciti a togliere punto. E non sono mancati i brividi pure in finale con la Barbero di Dallolmo. Sotto per 1-6, abbiamo dovuto faticare per recuperare, ma li abbiamo lasciati a 6″.

CHIAVARESE – La lunga stagione con la Chiavarese iniziata nel 1990 non è stata proficua per Sturla, gara di Alassio parlando. Nelle due quadrette che portarono al  successo il club tigullino nel ’92 e ’93, Nicola non poté essere presente. Così come in quella della Ferrero nel 2003. Le esperienze del 2001 e 2002 con quella divisa,  si esaurirono nei quarti e negli ottavi, sempre contro la Brb.

Quella del 2002 – aggiunge Nicola – mi lasciò un po’ di amaro in bocca  Dopo l’espulsione di Lino, non me la sentii di restare in campo. Sbollita la rabbia, e visto che Ballabene era riuscito a mantenere il pareggio a suon di annulli sul pallino, rientrai in campo, ma fummo costretti a cedere. Da allora la gara di Alassio divenne per me dispendiosa fisicamente e decisi di  chiudere quella che resta pur sempre una bella e affascinante avventura…“.

M.T.

Sturla con la maglia dell’Italia

curriculum completo (a cura della redazione di Bocceinvolo.it)

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