Targa d'oro, parola ai protagonisti: Carlo Ballabene
26/05/2020

Il poker del Principe

L’atleta di Santa Margherita Ligure, da qualche anno in forza alla Brb Ivrea, è uno dei più “ricercati” dal pubblico di Alassio,
dove ha esordito a soli 18 anni, con la maglia dell’Ardita.
Quattro volte ha chiuso la Targa d’oro senza sconfitte, l’ultima – per ora – nel 2016…

Dopo cinque colonne del Partenone alassino, nonché cinque mitici esponenti del boccismo, incontriamo il numero uno degli attuali fuoriclasse: Carlo Ballabene, classe 1970, una scheda da paura (7 titoli mondiali, 6 europei, 28 italiani, 14 scudetti, 6 record mondiali, 12 coppe Europa, 12 coppe Italia). In una trentina di partecipazioni alla Targa d’Oro, è riuscito a collezionare quattro successi.

IL CICLISTA – “Ero ancora allievo – esordisce il ligure di Santa Margherita – quando debuttai ad Alassio. Se non vado errato era il 1988. Giocavo per l’Ardita Juventus di Nervi, dove sono cresciuto boccisticamente, ed abbiamo partecipato con una quadretta composta da me, da Renzo Giordan, Marco Barisone e Claudio Madella. Di quella edizione ho un ricordo particolare. La sera del sabato abbiamo incontrato una delle quadrette favorite, la Biellese di Clerico, Ceresa, Selva, Pivotto, sui campi di piazza Partigiani. Verso lo scadere del tempo loro vincevano 9 a 8, ed io avevo colpito in maniera esagerata, con annulli sul pallino, carreaux, ferme. E Clerico, non so se per innervosirmi, vista la mia età, o per il suo modo di fare, ogni tanto si rivolgeva ai tifosi suoi sostenitori, dandomi del ciclista. Subito pensai mi ritenesse sampdoriano, invece si riferiva al fatto che fossi veloce nel muovermi in partita. Comunque, alla fine del tempo regolamentare, per chiudere il confronto, a Clerico capitò la possibilità di annullo sul pallino, quasi al massimo. Ma non c’era luce; il buio incombeva. Allora prese un pezzetto di legno bianco e lo depose a fianco del pallino, per avere miglior riferimento. Cosa che fece innervosire Giordan, il quale polemizzando andò a toglierlo. Finì con Clerico che partì ugualmente e disintegrò il pallino“.

Un esordio assai curioso per il “principe” Carlo che allora iniziava a studiare da re. La sue presenze successive furono targate Veloce Club, la società da cui venne ingaggiato dopo La Boccia Acqui.

Targa d’oro 2016. La Brb Ivrea di Ballabene con le coppie che si sono aggiudicate la Targa Rosa e la Targa Junior

LUNGA PERMANENZA – “Di quelle edizioni, sino al 1995 – sottolinea Ballabene – ho ricordi molto vaghi. Ci avvicinammo al podio, prima con Vottero, Canetti, Pautasso, poi con Dante Amerio, Brignone e Ferrero. L’anno successivo iniziò la mia lunga permanenza nella società che si chiamò Ferrero Caudera e con quella maglia disputai una dozzina di gare ad Alassio. Per arrivare ad una finale, occorre andare al 1998. Con Caudera, Suini e Repetto perdemmo il confronto conclusivo dalla squadra di Aghem, il Dopolavoro Ferroviario Asti. Una bella partita, assai intensa, con Adriano che colpì diversi pallini determinanti.  Tentativi di arrivare in fondo si susseguirono, con diversi compagni di quadretta. Delle prime  edizioni del Duemila, ricordo le sfide con la Brb. Sia nel 2000, insieme a Caudera, mio fratello Paolo ed Enzo Granaglia, perdemmo negli ottavi, e nel 2001, stavolta con Notti, Bruzzone, Sturla, ci fermammo nei quarti, sempre contro un Avetta in versione bombardiere. L’anno appresso fu quello della diabolica sfida, ancora contro la Brb, negli ottavi. Con quell’episodio dell’espulsione di Bruzzone, e la successiva uscita di Sturla, ed io e Caudera a difendere il risultato di parità con quattro bocce contro otto. I miei cinque annulli sul pallino ci consentirono di tenere il confronto in bilico, ma allo scadere del tempo fummo costretti ad arrenderci. Fu una esperienza inusuale. Nel 2003, il primo trionfo nella Targa d’Oro. Con Caudera, Bruzzone e Suini compimmo un percorso senza grosse difficoltà. Così come la sfida finale contro la Tubosider di Amerio. Se non erro loro riuscirono a evitare il cappotto per un punto“.

 

Fu quello il periodo più felice e fruttuoso per Ballabene, protagonista più ricercato dagli appassionati, sui campi della Targa d’Oro.

LA PIU’ FORTE  – “Nel 2006 – prosegue “Carlomagno” – arrivò il bis, stavolta in compagnia di Bruzzone, Perras e Suini, quella che ritengo essere la formazione più forte con cui ho giocato ad Alassio. Ciò che mi sovviene di quella edizione, è che nel corso di tutta la gara le nostre avversarie fecero se non erro 14 punti; qualcosa come neppure 2 punti a partita. Però, al di là del punteggio, fu una finale tutt’altro che facile. Sempre molto equilibrata. La Chierese ci tenne sulle spine sino a una decina di minuti dal termine. All’inizio colpirono diversi pallini. Dal 2007 al 2009 partecipai con la Tubosider Asti, disputando due finali. La prima, con Gamba, Negro, Ruscalla, la perdemmo dalla Sassi nel bocciodromo di Albenga a causa di pioggia e vento. Una partita nata storta.  Ricordo solo che colpii un pallino da 5 punti che ci permise di passare in vantaggio, ma subito dopo loro trovarono 4 punti, su una giocata al massimo del quadro. La seconda invece, sempre con gli stessi soci, cogliemmo il successo contro una quadretta della Valle d’Aosta. Non andò per il verso giusto l’anno dopo. Ci fermammo molto prima delle semifinali“.

Carlo Ballabene con il fratello Paolo con la maglia tricolore di campione d’Italia a coppie

Ballabene con la maglia azzurra,
con cui ha vinto 7 titoli iridati

Ed eccoci al 2010: inizia la lunga serie con i colori della Brb. Un tragitto che avrebbe dovuto regalare a Carlo qualche soddisfazione in più, e che invece si è protratto a fasi alterne. Come sottolinea lui stesso.

CAPPATO E FRECCERO – “La prima finale siamo riusciti a disputarla nel 2012 contro la formazione di Carlo Bresciano. Sia noi che loro abbiamo avuto l’opportunità di chiudere il match in anticipo, ma non le abbiamo sfruttate. Poi nella giocata supplementare loro hanno tolto punto con l’ultima. Ho dovuto aspettare il 2016 per fare poker, con Grosso, Deregibus e Luca Andreoli. Di quella edizione ricordo non tanto la finale, anche se ho fallito una sola bocciata su una ventina, quanto il confronto dei quarti  contro la quadretta di Cappato e Freccero. Abbiamo rischiato di brutto. Noi siamo partiti male, ma loro giocavano meglio a punto. Tant’è che sono arrivati in vantaggio, mi sembra per 8-0. Fortunatamente abbiamo recuperato , sino a passare a condurre. Ma sul finire ci hanno ancora messo in difficoltà ed è stato provvidenziale un mio carreaux. Sulle Targhe più recenti meglio stendere un velo. A quella dello scorso anno non ho potuto partecipare a causa di una broncopolmonite. Spero di rifarmi a settembre…“.

 

M.T.

curriculum completo (a cura della redazione di Bocceinvolo.it)

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