Targa d'oro, parola ai protagonisti: Silvio Riviera
13/05/2021

Entretien en français

L’onore-onore della giocata decisiva

Nella finale del 2012 della Targa d’oro Silvio Riviera, ex c.t. azzurro, si è trovato nelle mani la “Boccia”.

Silvio Riviera é conosciuto in Francia per due ragioni principali. Ha giocato nella prima divisione transalpina, nella stagione 2012/2013, con Piero Amerio, Fabrice La Posta e Sebastien Grail. E nel 2009 era il commissario tecnico delle squadre nazionali italiane di “volo”: ha guidato gli azzurri ai Mondiali Giovanili di Nizza e ai Mondiali Senior di Macon. Con una finale che é rimasta impressa nella memoria di tutti tra Denis Pautassi e Romain Garcia.
Dopo questa intervista, ci ricorderemo anche che ha avuto nelle sue mani la Boccia, quella che tutti i giocatori sognano di dover giocare: la boccia che fa vincere o perdere una partita. E’ assai raro che ciò avvenga per la vittoria di una finale. E che dire quando si verifica per far vincere o perdere la Targa d’Oro di Alassio! Questa possibilità si é presentata a Silvio Riviera domenica 15 aprile 2012. Una circostanza probabilmente unica nella storia di questa mitica competizione. Ce la racconta oggi.

Targa d’oro 2012, Riviera si appresta a bocciare

Piero Amerio e Silvio Riviera, da giovanissimi in maglia azzurra (photo Bocceinvolo)

Ti ricordi della tua prima partecipazione alla Targa d’Oro ?
“Non ricordo perfettamente, ma credo che la mia prima partecipazione risalga al 1975 o 1976, avevo 15/16 anni e per me era un avvenimento importante, ero in squadra con tre signori di categoria C (terza divisione) della bocciofila di Alpignano, società in cui sono cresciuto, ma ricordo perfettamente che trovarmi a giocare in piazza Partigiani, su quei campi sconnessi, con a fianco i «monumenti» delle bocce, non mi aveva messo a mio agio; avevamo perso subito e da bocciatore di testa non avevo brillato, però non appena finito ero subito corso a vedere le partite delle grandi squadre attorniate da un folto pubblico. Devo dire che parecchi anni dopo, giocare in Piazza Partigiani con una squadra competitiva è stata una bella soddisfazione pensando appunto al mio esordio.”

Sei stato il selezionatore della nazionale italiana. Che cosa rappresenta, secondo te, la Targa d’Oro per i giocatori di alto livello in Italia?
“La gara di Alassio è uno dei grandi appuntamenti stagionali, i giocatori di alto livello partecipano sempre per vincere, soprattutto se si presentano ai nastri di partenza con la formazione al completo.”

E per l’insieme dei giocatori italiani?
“Per tutti i giocatori la gara di Alassio è una consuetudine, un po’ come se la Milano-Sanremo o la Parigi-Roubaix fossero aperte anche ai cicloamatori. Si va ad Alassio spesso con la famiglia, non per vincere ma per partecipare, per essere presenti, per poter dire «io c’ero», e magari per confrontarsi con le squadre di alto livello con la speranza di ben figurare. Per tanti giocatori l’obiettivo massimo è arrivare a giocare alla domenica mattina.”

Nel 2012 hai vinto questa prestigiosa competizione. Che cosa ha rappresentato per te?
“Per me è stata l’unica volta, una sorpresa, non avevo neanche mai fatto una finale anche se ero già stato semifinalista in più di un’occasione partecipando spesso con formazioni di alto livello.”

Che ricordi conservi oggi?
“La composizione della formazione era stata un’idea di Carlo Bresciano con cui avevo già giocato in quanto tesserato per la società lussemburghese “Petanque & Boules Kayl”, ma era la prima volta che giocavo con Grail e La Posta, e nonostante qualche divergenza tattica (io molto più conservativo rispetto a loro propensi ad andare sempre all’attacco) devo dire che non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Sia le partite del sabato che della domenica, in cui non abbiamo incontrato squadre troppo agguerrite, si sono svolte sempre con serenità. Questo approccio alle manifestazioni l’ho riscontrato anche nella stagione successiva, quando in compagnia di Piero Amerio e, appunto, di Grail e La Posta abbiamo partecipato a tutte le gare del calendario francese.”

Targa d’oro 2012, Riviera si appresta a bocciare

Italia 1996, Riviera è il più giovane dei quattro…

Alla fine della finale, ti si ritrovato a giocare la boccia per vincere la Targa d’Oro. Puoi raccontarci la fine di questa giocata?
“Mi ricordo che avevo preso un punto di circa 60cm laterale, appoggiandomi contro la boccia di Deregibus (che era in formazione con Carlo Ballabene, Daniele Grosso e Aldino Bellazzini, ndr) in un punto del campo non proprio facile, come si dice in gergo la classica schiena. Eravamo rimasti con due bocce La Posta e una io contro una di Deregibus e una di Grosso, a quel punto avevo pensato che era quasi fatta, con La Posta che era «a posto» e aveva appena colpito una boccia difficilissima nella giocata precedente, per andare al tiro supplementare. Deregibus tolse il punto a circa 50cm e La Posta sbagliò la prima bocciata, allora proposi di accostare, ma La Posta volle ancora tirare e colpì, Grosso fu quindi obbligato ad accostare e levò il punto con una boccia posizionata a circa 40cm dietro al pallino. Sia Grail che La Posta mi proposero di tirare ma io, conscio delle mie caratteristiche, preferii accostare ed il risultato mi ha diede ragione.”

A cosa hai pensato in quel momento?
“Mentre percorrevo il campo per andare a prendere la boccia da giocare ho pensato che avevo l’occasione per vincere per la prima volta la gara di Alassio, che sarebbe dipeso solo da me, e che questa opportunità avrebbe potuto non capitarmi più, poi una volta impugnata la boccia mi sono isolato da tutto e ho cercato solo di concentrarmi al meglio per poter sfruttare l’occasione.”

Quella boccia era l’ultima boccia da giocare nel corso della finale. Se prendevi il punto, vincevi, se non ci riuscivi, perdevi. Come hai gestito emotivamente quel momento?
“Mi era già capitato altre volte di affrontare una situazione simile, sia con esiti positivi che negativi: bisogna cercare di essere sereni per affrontarla al meglio, considerando che in caso negativo fai perdere anche i tuoi compagni, e forse sarebbe stato il rimpianto peggiore.”

Riviera, primo da destra durante la Targa 2012 (quarti di finale)

La quadretta che ha trionfato nel 2012 con autorità  e miss

Avresti degli altri aneddoti da raccontarci (episodi simpatici, emozionanti, appassionanti) relativi alle tue altre partecipazioni alla Targa d’Oro?
“Non ho ricordi particolari, però andare ad Alassio è sempre stata un’emozione, bisognava partire sempre con vestiario e calzature di ricambio, la Targa d’Oro si svolgeva solitamente nel mese di marzo, si giocava praticamente sempre all’aperto tranne che in condizioni estreme e quindi avere indumenti pesanti e di ricambio era importante, soprattutto quando si giocava alla sera del sabato e spesso le bocce sembravano di ghiaccio, ricordo dei giocatori che non si toglievano neanche i guanti per giocare le bocce. Dopo la vittoria del 2012 ho solo più partecipato una volta nel 2014, sempre con una formazione francese, l’Equipe di Regis Faure. L’anno scorso, il 2020, ero iscritto con i miei compagni di squadra di Rosta, spero che ci sarà ancora l’occasione nel 2021.”

Per concludere un pensiero per gli organizzatori?
“Ora la Targa d’Oro è una manifestazione completamente diversa, sia a livello organizzativo che a livello logistico, la possibilità di concluderla al Palaravizza pone in condizioni ottimali sia gli atleti che il folto pubblico sempre presente, che non deve più accalcarsi contro le reti o arrampicarsi sui muretti dell’Alassina, dispiace un po’ non poter più giocare le fasi iniziali in Piazza Partigiani perché aveva un fascino particolare. Ma questa è un po’ una caratteristica che ha perso il nostro sport, la comodità dei bocciodromi ha tolto la visibilità che si aveva negli spazi aperti. Covid permettendo, forse si dovrebbe pensare a ritornare tra la gente e non sperare che la gente venga da noi. Una proposta che posso fare, sicuramente già espressa da altri, che vista l’importanza e l’internazionalità della manifestazione si possa schierare ai nastri di partenza le formazioni composte da 5 elementi, sarebbe una novità per l’Italia. E buona fortuna a tutti per la prossima Targa d’Oro.”

Christophe Campiglia

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