Targa d'oro, parola ai protagonisti: Albino Cuneo
07/07/2020

Agli albori della Targa d’oro

Gran colpitore (non a caso denominato il Guglielmo Tell delle bocce), pluridecorato a livello nazionale e internazionale, Albino Cuneo, chiavarese prossimo a compiere 88 anni, ha trionfato in tre delle prime 10 edizioni della prestigiosa gara di Alassio. Nel suo palmares manca solo il titolo mondiale. E se nel 1957…

È stato uno dei più grandi colpitori italiani. Albino Cuneo, 88 anni il prossimo 20 agosto, nativo di Chiavari, nonostante abbia conquistato la ribalta nazionale all’età di 21 anni, ha attraversato un periodo assai lungo contraddistinto da epiche imprese boccistiche a tutti i livelli, comprese le tre vittorie nella Targa d’oro di Alassio, competizione cui è particolarmente affezionato come dimostra la sua costante presenza, anche di recente, sugli spalti.

BOCCE FRANTUMATE “Al contrario di molti giocatori – esordisce Cuneo –, ho iniziato a mettermi in luce nelle gare più importanti, in età adulta con il cartellino di categoria Promozione, a partire da quella internazionale di Bordighera, e in seguito quelle di Alassio, di Saint Etienne e del Torneo di San Pietro a Genova. Di quell’inizio di carriera ricordo che molti mi cercavano perchè frantumavo le bocce avversarie e si interrogavano sulla mia bocciata e sul mio stile molto personale. Infatti, dopo aver lanciato la boccia, tendevo a rallentare la corsa anziché proseguirla. Al successo alassino sono arrivato dopo aver vinto il titolo italiano a coppie nel ’54. E qui devo aprire una parentesi: quelli iniziali sono stati anni per me entusiasmanti. Con la maglia della Chiavarese ho vinto la prima Targa d’Oro insieme a Pinara Bruzzone, Giobatta Sambuceti e Ugo Meli, nella terza edizione, quella del 1956. Il mio debutto alassino avvenne l’anno prima, con Dadda Vaccaro, Rieou Minucci e Cavallin Topazio”.

Cuneo, al centro, in partenza per la gara di Alassio, con Giobatta Vaccaro, Raffaele Minucci, Bruno Topazio e Valentino Graglia

Nel 1957 “Albin” potè vestire la maglia azzurra e partecipare al suo primo Mondiale, in Francia. E su questa esperienza Cuneo non nasconde amarezza, nel contempo lasciandosi andare ad un commento assai pepato su come vennero gestite le cose a livello federale.

MOTIVI… DI GERARCHIE “Quella medaglia di bronzo – sottolinea – mi brucia ancora. La nostra quadretta (giocava con Chianale, Motto e Bauducco, ndr) avrebbe dovuto vincere il Mondiale di Beziers, e invece, per motivi di “gerarchia”, chiamiamoli così, ci siamo dovuti accontentare del terzo posto. Non è il caso di aprire polemiche dopo tanti anni, ma lasciatemi almeno dire che quando c’era da favorire qualcuno, quello era Granaglia. Non voglio vantarmi, ma nessuno colpiva tanti pallini come me sull’ultima riga, e i tre titoli italiani di bocciata che ho conquistato in tre anni di seguito, dal ’56 al ’58, testimoniano le mie capacità balistiche. Il buon Berto contro di me ha vinto pochissime volte. Purtroppo però, in quindici presenze azzurre, e 6 Mondiali disputati, mi sono dovuto accontentare di un argento e cinque bronzi, mitigati da due titoli europei”.

Nel 1958 Cuneo venne ingaggiato dalla genovese Colombo, dove trovò Gaggero e Rivano,  e successivamente Carrera, con i quali costituì una delle più forti quadrette del tempo, non solo in Italia.

LA RIVINCITA “Ma ad Alassio – aggiunge Albino – andai con Camusso, Razore e Piccardo. Potevo fare il bis, ma in finale fummo fermati dalla quadretta di Caudera, Carrera, Bertetti e Baroetto. Giocavano per la Sis di Torino. Non ci fu nulla da fare, nonostante da parte nostra il livello si fosse mantenuto ai massimi livelli. Per mettere le mani sulla seconda Targa dovetti aspettare il 1961. Stavolta con Gaggero, Rivano e Cavalli ci prendemmo la rivincita nei confronti della Sis, che non schierava gli stessi giocatori dell’anno prima, ma dei quali mi sfugge il nome (Birolo, Sichetto, Barbero, Appiano, ndr). Vincemmo ai quindici punti, con un certo margine”.

Cuneo, penultimo da sinistra, campione europeo ’58,
con Carrera, Baroetto, Rivano

Cuneo, ultimo a destra, con Caviglione, Rivano e Camusso

Cuneo con l’amico Chiappe, mattatori nel campionato cadetto
con la maglia dell’Italtinto

Intanto la bacheca personale di Cuneo si era arricchita nel 1958 dell’argento mondiale di Bruxelles e del titolo europeo, proprio sui campi di Chiavari, e di quello italiano a coppie, poi bissato nel ’59. E nel 1961, dopo Alassio, avrebbe aggiunto il bronzo mondiale di Torino, l’oro europeo di Monaco e il titolo italiano individuale.

MOMENTO MAGICO “Dall’apertura di Alassio in poi – dice Cuneo – era un susseguirsi di successi. Davvero un momento magico. Nel 1963, reduce dal campionato del mondo in Spagna, ho fatto tripletta ad Alassio, sempre per i colori della Colombo, in compagnia di Razore, Cereghino e Debernardi. Quella edizione fu particolarmente dura. In finale trovammo una quadretta niente male, composta da Carrera, Benevene, Motto e Mollo. Non so per chi giocavano, ma invece so per certo che fecero non più di cinque punti. Si andava ancora ai quindici. L’anno successivo non partecipai. Tornai ad Alassio nel 1965 con la maglia della mia nuova società, la Qu.Ma di Genova, dei fratelli Queirolo. In formazione con Cavalli, Morelli e Gaggero perdemmo dalla quadretta di Macocco, mi sembra negli ottavi. Dopo un paio d’anni sono tornato alle origini, alla Chiavarese. Le mie presenze ad Alassio divennero poi alterne, anche a causa di una caduta in quel di Bordighera, che mi aveva provocato  problemi alle vertebre, e la necessità di cambiare tirata”.

Ma non di intaccarne lo stile, simile al suo carattere sempre scattante, a tratti nervoso e impaziente, oltre che il rendimento, specie in bocciata.

UN PASSO DAL PODIO “Dal ’67, ’68, sino ai primi anni Settanta, le mie partecipazioni alla gara di Alassio si sono esaurite a un passo dal podio. Sia con Cavalli, Rivano e Sturla, poi con Mollo, Dentone e Botto, ed altri di cui non ricordo il nome. Fra le tante competizioni a cui ho preso parte in Italia e all’estero, oltre alle numerose gare libere che mi hanno regalato 150 primi posti, la Targa d’Oro avrebbe potuto darmi di più in termini di vittorie, se non fossi stato costretto per motivi di salute a saltarne diverse edizioni”.

Le imprese boccistiche dell’inossidabile Albino sono proseguite a Chiavari, nella categoria B, con la maglia dell’Italtinto insieme all’amico Stefano Chiappe, presidente della Chiavarese. Ma non si è fatto mancare neppure l’esperienza con le bocce della petanque, dove ha mostrato pezzi di autentica classe, fregiandosi pure in quella specialità, negli ultimi anni della carriera, di titoli italiani, con le maglie di Abg Genova e Anpi Molassana.
Insomma, quasi 50 anni di successi a tutti i livelli e su tutti i fronti, frutto di una classe superba.

 

M.T.

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