Un giocatore per tutte le stagioni
Dall’esordio del 1979 all’ultima apparizione del 2011, ecco i ricordi delle esperienze alassine del pinerolese Giancarlo Losano, sceso in campo ad Alassio con tante “maglie” diverse. Il suo nome figura tre volte nell’albo d’oro della Targa d’oro.
Pinerolese, classe 1945, ha iniziato tardi a frequentare il club esclusivo delle grandi firme delle bocce. Per Giancarlo Losano, al contrario di molti coetanei, le porte dei primi significativi successi si sono spalancate alla fine degli anni ottanta, quando si è fregiato del primo dei sette titoli italiani, conquistati in tutte le specialità, e dei due ori europei di Pazin e Montpellier, per poi vestire prestigiose maglie, come quelle della Chiavarese, della Tubosider e della Ferrero.
Lui appartiene al novero di coloro che la Targa d’Oro l’hanno conquistata tre volte.
LA PRIMA SODDISFAZIONE – “Faccio fatica – esordisce Losano – a ricordare con chi scesi in campo la prima volta ad Alassio, ma di sicuro erano tre giocatori di categoria B ed esordii sotto le insegne del Mossetto. Era l’edizione del 1979. Un caldo impietoso. Non so se era la seconda partita quando ci estromisero, però li impegnammo parecchio perchè non essendoci il limite di tempo, finimmo il sabato pomeriggio. Tre edizioni dopo mi tolsi la prima soddisfazione. Entrare nell’albo d’oro della gara più bella, insieme ai nomi dei giocatori più famosi. Con i soci Beraldo, Spinello e Cuzzolin, per i colori della Biellese, battemmo la quadretta di Baldo (la Cesare Colombo di Torino con Micheletta, Tonietta e Fenocchio, ndr). Fu un incontro poco contrastato“.
L’inconfondibile stile di Losano sui campi del Palaravizza
Le successive esperienze alassine furono vissute da Losano con la maglia della torinese La Fissa, ma non portarono grossi risultati, se non nel 1987.
CERTI SEGNALI – “Quella – dice Giancarlo – fu un’edizione particolare. I miei soci erano Bisarello, Pastre e Pautasso. Quanto avvenuto negli incontri precedenti alla finale avevano fatto presagire un nuovo successo. Nelle bocce certi segnali sono eloquenti. Infatti sia nei quarti di finale che in semifinale fummo protagonisti di due rimonte strepitose. Contro la formazione di Selva, se non sbaglio la Coalto, eravamo sotto di brutto. Loro erano a un passo dalla vittoria, noi con un paio di punti. Eppure la spuntammo 13 a 11. Anche nel confronto successivo, contro la Madonna del Pilone, i nostri avversari , di cui rammento solo Enzo Granaglia e Trucco, partirono a spron battuto e in tre giocate ci misero quasi al tappeto, arrivando poi sull’11 a 3. Quando ci considerarono ormai morti, trovammo due giocate fantastiche e li agguantammo. Sull’undici pari crollarono psicologicamente. Purtroppo in finale non riuscimmo a ripetere quanto di buono avevamo espresso nelle sfide precedenti e fummo costretti ad arrenderci alla Sis del giovane Deregibus. Nelle due partecipazioni del 1988 e 1989, sempre con La Fissa, ci fermarono prima. Con gli stessi soci dell’anno precedente fummo sconfitti nei quarti di finale dalla Biellese di Clerico, mentre con Avetta, Pastre e Pautasso, nonostante ci avessero etichettato fra le quadrette favorite al successo finale, perdemmo quasi subito da una formazione genovese, mi sembra di Bolzaneto, con Risso, Littardi, Quaggia e l’altro Bruzzone, non Lino (Aurelio, ndr). Una partita strana, giocata punto su punto. Io colpii parecchio, ma non ci fu verso di invertire la rotta“.
ERA CHIAVARESE – Per Giancarlo Losano il 1990 non solo fu l’anno del secondo alloro europeo, ma anche quello del passaggio alla Chiavarese, il club che gli diede di più in termini di soddisfazioni sportive e con cui vinse il primo dei cinque scudetti di serie A della sua carriera più tre Coppe Europa. E arrivò la seconda Targa d’Oro…
“A Chiavari – sottolinea Losano – ho trovato una bellissima realtà. Con Carlo Pastre e Pierin Pautasso, pure loro appena ingaggiati, insieme a Lino Bruzzone, ho vinto la mia seconda gara alassina. In finale abbiamo dato cappotto alla Sis di Caudera; c’erano anche Aghem, Bellotti e Radice. L’anno successivo ci ho riprovato. Stavolta con Caudera, Pastre e Suini. Non è andata com’era nelle premesse. Nei quarti di finale ci ha fermato il Nizza con un quasi cappotto. Abbiamo fatto un punto. Era la quadretta che ha poi vinto la gara, con Piero Amerio, Avetta, Mometto e Negro”.
Un’esperienza, quella con la Chiavarese, conclusa nel 1993.
Losano, a fianco di Paletto, versione Europeo 1990
Losano, con Suini, Caudera e Pastre, ad Alassio nel 1991
Losano campione italiano a coppie nel 2003
UNA FORMAZIONE PARTICOLARE – “La stagione successiva ho vestito la maglia della Tubosider e, dopo un paio di tentativi, sono riuscito a mettere le mani sulla terza Targa con una formazione un po’ particolare, composta, oltre che da me, dal diciottenne Basilietti, che esordì alla grande con una bella serie di bocciate, da Vottero e patron Ruscalla. A dispetto dei pronostici che ci volevano in finale vittime della Ferrero, vincemmo con largo margine contro Amerio, Cericola, Salvai e Baldo. Quest’ultimo perse diverse finali contro di me ed ogni volta me lo ricordava“.
Sotto le insegne della società astigiana Losano ha militato per nove anni, fra alti e bassi. Ad Alassio, nel 2002, si è presentato con una formazione che avrebbe dovuto arrivare al match conclusivo.
“Invece – aggiunge Giancarlo – nonostante ci dessero per favoriti, abbiamo trovato disco rosso nei quarti di finale. Con me c’erano Ruscalla, Amerio e Mandola. Abbiamo dovuto cedere malamente alla quadretta del Gaglianico di Lucente, Selva, e non ricordo gli altri due (Revello e Ramasco, ndr). Dopo Asti ho voluto provare l’esperienza di giocare in Francia. E’ durata dal 2004 al 2009. Al rientro ho giocato ancora un paio di volte ad Alassio. Nel 2010 ho accettato l’invito della Nitri Aosta. Stavolta Baldo era mia socio di quadretta insieme ai valdostani Contoz e Ducourtil. Abbiamo perso nei quarti di finale da quattro liguri, mi sembra della Fontanabuona. L’ultima apparizione l’anno successivo, per i colori della Chiavarese, ma con scarso esito. Avevo già qualche problemino fisico, tant’è che nel 2012 sono stato operato e da allora non ho più fatto il cartellino. Ora gioco soltanto per diletto, con gli amici, sui campi della Veloce Club“. A Pinerolo, s’intende.
M.T.
curriculum completo (a cura della redazione di Bocceinvolo.it)
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