Fedeltà allo Spiaggia, per non tradire l’amata Targa d’oro
Mauro Fassone, vercellese classe 1954, non ha un curriculum ricco come i colleghi già intervistati,
eppure ha trionfato tre volte ad Alassio, dove ha debuttato quando era ancora minorenne.
Non ha il curriculum mondiale di chi lo ha preceduto nella curiosa carrellata di plurivincitori della Targa d’Oro, ma figura sicuramente nelle prime posizioni fra i più affezionati frequentatori, in termini di partecipazioni, alla gara alassina, da lui vinta tre volte. L’identikit è quello di Mauro Fassone, classe 1954, piemontese di Vercelli.
UN ESORDIO… DA MINORE – “Sono nato – dice l’interessato – quando si è disputata la prima edizione, su 66 edizioni le mie presenze ad Alassio ammontano ad una quarantina. L’Hotel Spiaggia dovrebbe darmi ormai la camera gratis visto che ho sempre soggiornato da loro. Scherzi a parte, questa gara è qualcosa di particolare, non vedi l’ora di iscriverti. La mia prima volta risale ai primissimi anni ‘70. So che non avevo ancora l’età per la patente. Giocavo per la Biellese con Barale e Crestani, il quarto mi sfugge. Perdemmo la seconda partita, ma personalmente fui gratificato da un colpo sul pallino in piazza Partigiani, sul campo in discesa verso il mare. Da quel momento, tranne casi di forza maggiore, non ho mai tradito quella che giustamente è stata etichettata come la competizione più amata dagli italiani”.
Mauro Fassone in azione
Fassone in azione sui campi di Alassio
Per togliersi la prima soddisfazione, Fassone ha dovuto attendere il 1988.
OUTSIDER AL POTERE – “Soddisfazione doppia – aggiunge – perché con Botta, Grimaldi e Poratelli, costituivamo la seconda formazione della Biellese: tre categoria B e un C. Mentre partiva favorita la prima, quella composta da Clerico, Pivotto, Selva e Ceresa. Ci consideravano, giustamente, degli outsider. Un ulteriore motivo di orgoglio furono i successi ai danni della quadretta di Pastre e la domenica mattina contro la favorita Colombo di Bruzzone, Sturla, Suini e Piero Amerio. Io colpii cinque o sei pallini. La finale fu tosta, contro una quadretta di Bra. Se non vado errato c’erano Manzo, Bertetti, Bertola e Vito. Nessuna delle due riuscì a trovare la giocata decisiva e arrivammo spalla a spalla allo scadere del tempo. Divennero provvidenziali due annulli sul pallino da parte mia e di Grimaldi. Terminammo a notte inoltrata”.
IL BIS DA PELATI – Dopo diversi tentativi esauriti prima di arrivare al podio, nel 1998, a dieci anni dal primo trionfo, Fassone riuscì a fare il bis, ancora in compagnia di Grimaldi e Poratelli, ma il quarto compagno era Aghem e i colori da difendere quelli del Dopolavoro Ferroviario di Asti. Club che iscrisse per la prima volta il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione.
“Quella volta partimmo forte – sottolinea Fassone – e ci presentammo alla semifinale contro quattro genovesi, mi sembra di Busalla. Quando sembrava fatta, subimmo la loro reazione e non fu facile rispondere colpo su colpo. Ricordo che dovetti fermare diverse bocciate per poter puntare. Alla fine vincemmo in extremis, con un punto di scarto. In finale ci toccò la Ferrero di Carlo Ballabene in compagnia di Suini, Caudera e Repetto. Noi arrivavamo da un titolo italiano a quadrette vinto l’anno prima, ma la bilancia dei valori pendeva dalla loro parte, e questo però ci stimolava ancora di più. Dopo un po’ di giocate, con un parziale negativo, ci rendemmo conto che era necessario cambiare qualcosa. Aghem passò secondo puntatore e Grimaldi bocciatore di spalla. La mossa diede qualche frutto. Nelle battute conclusive ricordo che lasciai due bocciate nel quadro e Ballabene fallì due pallini decisivi. Quella finale è legata ad un aneddoto curioso. Aghem in quella circostanza era senza capelli a causa delle sedute di chemioterapia. Prima della finale io feci una proposta: se vinciamo ci tagliamo i capelli come Adriano. E così, il martedì successivo, ci presentammo tutti e quattro pelati ad un torneo notturno in quel di Ivrea”.
Fassone ed un gruppo di amici davanti al Palaravizza per seguire da spettatore una recente edizione della Targa d’oro
La premiazone dell’edizione 2007
IL TRIS PER SASSI – Con altre maglie, altre emozioni, ma per mettere a segno la tripletta, Mauro Fassone ha dovuto arrivare all’edizione del 2007 e, pure stavolta, dare la soddisfazione al club rappresentato, gli Amatori Sassi di Torino, di aggiungere il loro nome fra i vincitori della Targa. “Stavolta – racconta – i miei soci erano Fabrizio Daghero, Pier Ugo Franzoni e Bruno Idrame. Tutte e tre le vittorie di Alassio sono contraddistinte da percorsi irti di ostacoli. E questa non fu da meno. Ma d’altronde è una prerogativa di questa gara. Nella circostanza già il sabato sera ci siamo dovuti superare per estromettere il Ferrero di Lino Bruzzone. Nei quarti, quella che sembrava una partita tranquilla, contro una quadretta genovese, non si è tramutata in trabocchetto soltanto per loro demerito. E ancora, in semifinale, abbiamo avuto ragione della Balangerese soltanto dopo un prodigioso recupero. L’incontro conclusivo si è disputato nel Palasport di Albenga, a causa del maltempo. Gli avversari erano quanto mai intenzionati a mettere le mani sulla Targa, sorretti dai favori del pronostico. Si trattava della Tubosider schierante Carlo Ballabene, Gamba, Negro e Ruscalla. Nelle prime giocate abbiamo tenuto botta, sino a passare in vantaggio. Poi Ballabene ha estratto il jolly con una “pallinata” da cinque punti e il parziale è cambiato a loro favore. Abbiamo dovuto attendere che lo stesso Ballabene fallisse il suo primo annullo sul pallino sulla riga del massimo, per riprenderci il vantaggio e chiudere il conto in due giocate”.
IL POKER SFIORATO – L’anno successivo, 2008, Fassone avrebbe potuto fare poker, ancora in compagnia di Daghero, Franzoni e Idrame, questa volta per i colori della Nitri Aosta. “Un pensiero ce l’abbiamo fatto – precisa Mauro – ma il tabellone ha voluto che in semifinale dovessimo affrontare nuovamente la Tubosider, con gli stessi protagonisti dell’edizione precedente. Nell’occasione non siamo riusciti a ripetere la prestazione che ci permise di batterli un anno prima e loro, per contro, animati dalla voglia di rivincita, hanno messo in mostra alcuni colpi di classe, alla fine risultati decisivi”.
All’Hotel Spiaggia è tornato altre volte, senza sconti, come quelli che, conoscendone l’eclettismo e la guasconità, non concederà ad alcun avversario nelle prossime edizioni. Quando tornerà, a caccia di altre soddisfazioni…
M.T.
Fassone (secondo da sinistra) sui campi della Alassina con la quadretta del 2008
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