L’irresistibile attrazione del mancino di Sampierdarena
Protagonista ad Alassio dal 1962, con sette successi all’attivo,
il campionissimo ligure Lino Bruzzone ha tante belle storie da raccontare
Non solo occupa le prime posizioni della hall of fame dei più grandi del pianeta bocce, ma nella speciale graduatoria dei vincitori della Targa d’Oro, con i suoi 7 successi, Lino Bruzzone è piazzato sul terzo gradino, dietro a Caudera e Suini.
L’ESORDIO – “Impossibile non ricordare la prima volta ad Alassio – esordisce il mancino di Sampierdarena, classe ’46 -, anche perchè avevo 16 anni ed era crescente la curiosità di partecipare ad una gara della quale ne assaporavo la magia attraverso i racconti dei giocatori più anziani. E ne scoprii l’ebrezza nell’edizione del ’62, con la maglia della Savio di Cornigliano, la società in cui sono cresciuto, insieme a Bruzzo, Bozzano e Gaggero “Panigun”. Da quel momento ho scoperto l’attrazione irresistibile di quella gara”. E cominciare a mettere in fila aneddoti di ogni genere, vista la cinquantina di Targhe disputate.
Anno 2019, Bruzzone impegnato sulle corsie del Palaravizza
Ai nastri di partenza della Targa d’oro 2019, all’indomani di una sfida “revival” con illustri colleghi francesi, c’era anche una quadretta d’eccezione, composta da Paolo Notti, Lino Bruzzone, Mario Suini e Aldo Macario (insieme alle miss e al presidente del Colba, Carlo Bresciano), “miti” che insieme raggiungono 300 anni e 30 tra titoli mondiali ed europei…
IN CAMPO CON LA NEVE – “Nel ’64, stavolta con Ottonelli, Fiordisaggio e Gandolfo, ricordo che in Piazza Partigiani nevicava. Noi giocavamo sul campo accanto a quello di Granaglia e Benevene. Io colpii un pallino talmente in pieno che andò a bucare l’ombrello di uno spettatore, pronto nel ripararsi dal proiettile. Faceva un freddo cane. Nel bar accanto ai campi incontrai Benevene, ancora in gara, il quale mi disse: non vedo l’ora che finisca. Gli anni successivi partecipai sotto le insegne dell’Andrea Doria e della Sampierdarenese. E cominciai ad avvicinarmi alle zone alte. Nel ’71 , con Campi, Musante e Debernardi, perdemmo la semifinale, mi sembra contro la Bistefani. Dopo un bell’avvio, ci fecero proseguire dopo il pranzo e fu fatale. Le tre edizioni successive persi prima negli ottavi poi nei quarti. Compagni di quadrette Campi, Debernardi, Zanelli, Miniero e Botto. Al di là dell’aspetto boccistico, con Miniero si era creato un feeling particolare, perché mi invitava nella sua casa sopra ad Andora dove produceva dei carciofi fantastici da mangiare crudi”.
E venne il giorno tanto atteso…
IL PRIMO CENTRO – “Ero stato ingaggiato dalla Lancia di Torino – prosegue Lino – e insieme ad Aghem, Macocco e Caudera, riuscii finalmente a vincere la mia prima Targa d’Oro. Ci fecero giocare ad Albenga. Di tanti episodi, di tante partite e di tante vittorie, quello resta il ricordo più bello. Non solo perchè si trattava della prima volta, ma anche per la presenza dei miei genitori e di mia moglie. Di quella finale vinta contro una quadretta di Novara, ricordo la presenza di Aldo Baroetto, personaggio unico e persona squisita, con il quale giocai per due anni, che si fermò sino alla fine non lesinando da fondo campo incitamenti e suggerimenti tecnici”. Da quel 1975, il periodo-Lancia si protrasse per diversi anni, seguito dalla parentesi con la Colombo. “Furono edizioni – aggiunge Bruzzone – contraddistinte da esiti alterni. Con la stessa quadretta perdemmo l’anno dopo la semifinale dalla Pianelli di Sturla e nel ’77, insieme a Macocco, Granaglia e Tamagno, ci arrendemmo in finale ancora alla Pianelli. Andreoli le colpì tutte. Altra semifinale persa quella del 1980. Con Cavassa, Ferrari e Vay, ci fecero giocare le fasi finali a novembre e fummo battuti dalla Biellese. Seguirono edizioni in chiaroscuro. E ancora un terzo posto, stavolta nel 1985 con la maglia della Colombo insieme a Sturla, Notti e Bozzano. Trovammo ancora un super Andreoli. Tanto tuonò che piovve e nel 1989 arrivò il secondo successo, targato Bolzanetese. In compagnia di Sturla, Bruni e Giribone, disputammo una finale ad inseguimento contro la Barbero Monti trascinata da Dallolmo. Quando stavano per prendere il largo, io colpii un pallino sul vertice dell’ultima riga. Per loro fu una sorta di gancio in pieno volto. Appresso salì in cattedra Nicola (Sturla, ndr) e chiudemmo i conti”.
Lino Bruzzone sui campi della Bocciofila Alassina, anno 2007
L’inconfondibile stile di Lino Bruzzone, sui campi di Cirié – Coppa Italia 2015.
Nel suo ricco palmares trovano posto 8 titoli mondiali (di cui uno giovanile), 5 ori europei, 16 titoli di specialità in Italia e uno in Francia, 21 allori per società. Ha vinto 10 volte la Coppa dei Campioni, una Coppa Europa Fib, 8 volte la Coppa Italia ed una ventina tra le gare internazionali più prestigiose. Oltre ad aver vestito tantissimi maglie azzurre, è stato anche c.t. della Nazionale Italiana. Dal 2018 collabora con il Colba e la Bocciofila Alassina per i grandi eventi di bocce organizzati ad Alassio.
TRIS CHIAVARESE – Particolarmente proficuo fu il periodo Chiavarese. “Sì, dal 90′ al 93′, arrivarono tre successi con quella maglia. Il primo, con Losano, Pastre e Pautasso, per effetto di una sfida finale in cui giocammo a livello eccezionale contro la Sis di Caudera. Presero cappotto. Nel ’91 io non c’ero, e l’anno successivo, con Aghem, Caudera e Suini, in circa un’ora superammo la Bolzanetese con un quasi cappotto. Il tris l’edizione dopo, stavolta, se non erro contro Bra. Nel ’94 non partecipai perchè la Chiavarese era impegnata in Coppa Europa. Fra le partite da non dimenticare, quella del 2001, nei quarti di finale. I soci erano Sturla, Ballabene e Notti, la maglia quella della Ferrero. Avversaria la Brb. Io fallii la prima bocciata dopo 17, su 19; Nicola e Carlo non furono da meno. Eppure perdemmo contro un grandissimo Avetta e i suoi pallini decisivi, oltre alle bocciate di Bombelli”.
DA DIMENTICARE – Se il successo del 1975 ha rappresentato il ricordo più bello, non si può dire altrettanto per quanto accadde del 2002. “In effetti – sottolinea Bruzzone – è uno dei più brutti episodi, non solo della gara di Alassio, ma della mia carriera. Un cartellino rosso che, a posteriori, anche l’arbitro che me lo diede, si scusò per la decisione troppo affrettata. La situazione in campo si era fatta piuttosto tesa dopo l’annullo di una boccia a Sturla per perdita di tempo. I borbottii, per non dire altro, da parte loro, si fecero insistenti, finché la goccia non traboccò il vaso e mentre mi avviavo a fondo campo per giocare non ce la feci più e tornando indietro presi per il colletto della maglia Deregibus. L’arbitro pensò che lo avessi colpito o le avessi messo le mani sulla faccia, ed estrasse il rosso, solo nei miei confronti. Purtroppo uscì spontaneamente anche Sturla in preda ad una crisi di nervi. In campo restarono Caudera e Ballabene. Carlo mantenne il punteggio in parità grazie a cinque annulli sul pallino, e il rientro di Sturla verso la fine del tempo non evitò la sconfitta. L’anno successivo arrivò il sesto successo. Con Suini al posto di Nicola, in finale non lasciammo scampo alla Tubosider. Credo che avessero fatto un punto. Il settebello nel 2006, ancora per la Ferrero, con Ballabene, Perras e Suini. In occasione della finale pioveva, così ci fecero giocare nei campi all’interno dell’Alassina. Battemmo la Chierese. In quella edizione rischiammo grosso nella partita sul campo di calcio contro la quadretta di Lucente. Soltanto io e Perras, più abituati a quei terreni, riuscimmo a tenere a galla la barca vincendo in extremis. Le mie Targhe sono in pratica finite lì. Qualche apparizione successiva con Tubosider e Voltrese, e poi da spettatore, fino al deja vu dello scorso anno con i mitici (Suini, Macario e Notti, ndr). Una gran bella storia, in una gara che non ha eguali. Personalmente adoravo i terreni di piazza Partigiani e quelli allestiti sul campo di calcio. Location ideali per le bocce. La quadretta più forte? Quella dell’ultima vittoria, con Ballabene, Perras e Suini”.
M.T.
Anno 1986, Montecarlo: il principe Alberto di Monaco premia Lino Bruzzone, per la 2ª volta campione iridato di tiro tecnico (foto archivio Bocceinvolo)
Nel ricco palmares di Lino Bruzzone trovano posto 8 titoli mondiali (di cui uno giovanile), 5 ori europei, 16 titoli di specialità in Italia e uno in Francia, 21 allori per società. Ha vinto 10 volte la Coppa dei Campioni, una Coppa Europa Fib, 8 volte la Coppa Italia ed una ventina tra le gare internazionali più prestigiose. Oltre ad aver vestito tantissimi maglie azzurre, è stato anche c.t. della Nazionale Italiana. Dal 2018 collabora con il Colba e la Bocciofila Alassina per i grandi eventi di bocce organizzati ad Alassio.
curriculum completo (a cura della redazione di Bocceinvolo.it)
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